(intervista agli esponenti della Asd Boxe Tortona Boxing Club )
“La riproduzione di alcuni valori morali come il coraggio e la lealtà, l’educazione all’autocontrollo e alle rinunce devono essere recuperati nel sistema educativo e scolastico”.
Per Franco Falcinelli, Presidente onorario della Federazione Pugilistica Italiana (che tra poco compirà ben 104 anni), ” la più grande riforma sociale del Terzo Millennio è utilizzare anche gli sport da combattimento come strumenti pedagogici a livello scolastico”.
Il pugilato è uno dei più antichi sport da combattimento, conosciuto anche come “nobile arte”, sviluppa nell’uomo caratteristiche importanti come coraggio, forza ed intelligenza.
Ecco perché, per logica e per natura il pugilato è indicato per i bambini in crescita, perché permette ai piccoli di diventare più sicuri ed altruisti, crescendo si abituano a conoscere e sfruttare la propria forza in modo positivo e non la violenza che il pugilato, se insegnato in modo razionale, non accresce in nessun modo.
Inoltre, un allenatore attento, seguendo il bambino durante tutto il suo sviluppo sarà in grado di rendersi conto delle potenzialità e delle qualità del proprio allievo per poi indirizzarlo a seconda delle delle sue passioni.
Al Boxing Club Tortona circa due anni fa è stato introdotto il corso per bambini dai cinque anni proprio a questo scopo, due volte a settimana, se ne occupa con soddisfazione e grandi risultati il Vice Presidente, laureato in scienze motorie, Davide Colonna.
Inoltre c’è un progetto più ambizioso che il boxing club si è prefissato: portare il pugilato anche nelle scuole, ma sembra che ci siano ancora un pochino di diffidenze e di luoghi comuni legati a questo sport.
– Come società abbiamo cercato di promuovere l’attività giovanile con un riscontro molto basso sia da parte dei genitori sia nelle richieste di eventuali progetti con le scuole elementari e medie – afferma il Presidente del Boxing Club Tortona Chiara Giulia Nenna –
mentre abbiamo ricevuto consenso dalle scuole superiori e dagli istituti tecnici, ma la tipologia di allenamenti è differente in quanto per ragazzi di quella età si parla già di boxe, mentre l’attività giovanile vede un lavoro ludico-motorio, di coordinazione e attitudine a percorsi e circuiti, salto con la corda o fondamenti di base quali la guardia e il vuoto (figure o colpi in aria e non contatto o lavoro a coppie). I corsi di baby o gioco boxe, per timore o per informazioni inesatte sulla materia, vengono visti quasi sempre in modo negativo, si pensa che i bambini possano farsi male e che quelli già eccessivamente vivaci peggiorino ‘i bambini poi picchiano altri bambini enfatizzando ciò che fanno nelle lezioni di pugilato’ ci viene detto. Nonostante sia stato spiegato ai vari dirigenti scolastici e genitori o tutori che l’attività giovanile non centra nulla con il pugilato amatoriale o dilettante ma che esistono programmi creati e studiati appositamente per i bambini, i responsi sono stati quasi sempre negativi, siamo per ora riusciti ad entrare nelle scuole elementari per il prossimo evento “Sport Day” dove collaboreremo con altre associazioni sportive, per ora ci ha accolto con favore il comprensorio A, mentre per le scuole medie solo una -.
– È un vero peccato non riuscire a cambiare questa tendenza e questi preconcetti – continua Davide Colonna, i corsi di boxe per bambini e per ragazzi sono molto costruttivi perché creano aggregazione, consapevolezza del proprio corpo e autocontrollo, ad esempio nel controllare che i colpi vengano portati solo sulla guardia del compagno di allenamento e solo per toccare. Questo impone di percepire l’estensione del movimento e l’intensità della forza con cui lo si compie. Donano un senso di svago, insegnano il coraggio, il senso del ritmo, abituano alla coordinazione motoria e alla concentrazione e parlando dei corsi esterni alla scuola, se il genitore fa la sua parte, alla puntualità -.
In diversi stati europei il pugilato è già entrato da tempo nelle scuole diventando a tutti gli effetti materia di insegnamento nell’ambito della educazione fisica, ma l’Italia anche in questo è rimasta indietro.
– Quando ho iniziato a fare la boxe ero già un adolescente, magari fossero esistiti i corsi per bambini! – a parlare questa volta è Nicholas Termine, Tecnico Federale F.P.I. del Boxing Club Tortona che si occupa della boxe dilettanti – io ho sempre amato questo sport, avevo già le idee chiare ma non tutti i ragazzini sono così sicuri dello sport che può fare per loro e forse non sanno come iniziare. Ai miei tempi la ‘palestra’ di boxe era una cantina, un garage o una vecchia stalla, si entrava con timore e ci si allenava duramente con quello che c’era ma tra noi ragazzi il senso di rispetto e di aggregazione non è mai mancato, e anche quando salivamo sul ring si combatteva… Non ci si picchiava… Non so se cogliete la differenza. Con alcuni di loro siamo rimasti in contatto, siamo grandi amici e ci si allena insieme ancora oggi.
La boxe fa bene a tutti, oltre a conferire un fisico scolpito e scattante ti rende più forte, acquisisci più fiato e resistenza, e già dal punto di vista fisico tutte queste qualità sono sufficienti a migliorare il tuo umore e il tuo rapporto con gli altri, inoltre rende i bambini e i ragazzi più sicuri in sé stessi, la boxe ti fa passare il sudore dalle mani quando devi parlare con gli altri…– continua il tecnico federale – all’inizio si presenta come un gioco, l’attività giovanile è fatta di schemi, apprendimento spazio/temporale, coordinazione motoria, salto della funicella e mille altre cose che nulla hanno a che fare col semplice ‘tirare pugni’ o con il vero e proprio incontro di boxe, tuttavia anche in questo settore, passate le fasi regionali, esiste la coppa italiana per i bambini in seguito, una volta compiuti 14 anni possono entrare come amatori nella light e quindi senza contatto pieno nel settore gymboxe, oppure nella A.O.B (acronimo che racchiude tutti quei tornei considerati per dilettanti, sia a livello nazionale che internazionale) dove gli incontri sono a tutti gli effetti incontri di boxe fullcontact.-
Insomma questo corso per bambini, maschi o femmine che siano è solo da provare, considerandolo come è giusto che sia, semplicemente uno sport.
Mario Bambini nel suo libro “un maestro a bordo ring” scrisse:
“un pugile, prima che dalle mani, lo riconosci dagli occhi, dallo sguardo”. Non sempre il migliore è quello più dotato tecnicamente e il vero maestro è quello che “intravede” la promessa. Che coglie nel giovane una certa scintilla, quella su cui poi lavorerà per farlo diventare un campione.
Quello che chiedono gli esponenti del boxing club è semplicemente ‘attenzione sulla materia’ l’osservazione senza preclusioni dello svolgimento di una normale lezione di baby boxe, conoscere e poi giudicare, per dare a questi bambini ed a questo sport proprio quella chance che entrambi senz’altro meritano.
(Silvia S. Biolcati Rinaldi)